Definizione dell'inquadratura all'altezza degli occhi
L'inquadratura all'altezza degli occhi è considerata neutra, in contrasto con le inquadrature dall'alto e dal basso, che ti fanno sentire superiore o inferiore al personaggio. In effetti, ha molto più di una semplice "neutralità":ecco perché è relativamente e sorprendentemente raro.
Se rifletti per un minuto, ti renderai conto che il livello degli occhi non è così ampiamente utilizzato nella fotografia e nella filmografia come potremmo pensare. Molto più spesso vediamo la scena da angolazioni meno naturali - e c'è una semplice spiegazione.
Ogni angolo cambia lo stress. Se la cam è più alta di un personaggio, riteniamo che siano meno importanti, pericolosi o seri. D'altra parte, un angolo basso rende una figura più potente e significativa.
Gli scatti all'altezza degli occhi ci danno un'impressione di uguaglianza. Percepiamo i personaggi del film come uno di noi, simpatizziamo con loro e proviamo una sensazione di profonda empatia. Vedere un'azione da un livello naturale rompe "la quarta parete" e ci fa sentire partecipanti, non solo spettatori. È un potente strumento cinematografico, che può umanizzare anche serial killer e psicopatici senza un contatto visivo diretto.
Ciò non significa che non dovresti modificare le tue riprese, però. Il livello di ripresa è solo uno degli effetti cinematografici, ce ne sono molti altri.
Esempi a livello degli occhi
Il personaggio di DiCaprio in “The Wolf of Wall Street” ci racconta la sua storia e ci confessa persino che tutto ciò che vediamo è completamente illegale. Ci sentiamo profondamente coinvolti nell'azione, come se fossimo noi a gioire in ufficio, festeggiare e bere champagne.
Lo stesso effetto funziona per Amelie:poiché l'intero film è la sua storia d'amore, le inquadrature a livello degli occhi ci aiutano a testimoniare la sua vita, essere partecipanti muti e condividere le sue emozioni.
Il personaggio principale "American Psycho" è, beh, uno psicopatico. Ecco perché il regista vuole che ci mettiamo nei suoi panni, per sentire la sua motivazione, per vivere la sua storia, non per giudicare.
Questo è solo il primo passo verso un lungo viaggio nello studio degli angoli di ripresa, dato che ce ne sono circa una dozzina.